Jesusleny Gomes è passata anche per San Stino di Livenza
Un sorriso e una simpatia contagiosi, uno sguardo curioso che è in cerca dello straordinario: sono le caratteristiche che contraddistinguono Jesusleny Gomes, la ragazza brasiliana che ha intrapreso un cammino attraverso i 574 comuni del Veneto. Ieri è passata anche da San Stino di Livenza e, dopo averci parlato insieme per qualche minuto, ci si rende subito conto di come sia una ragazza in gamba. Durante la sua avventura a piedi non fa la semplice pellegrina o la turista per caso, ma è una ragazza semplicemente innamorata della sua terra di adozione, del luogo dove ha impiantato radici e dove ha aperto un'azienda di consulenza informatica che conta 10 dipendenti. Parlandoci di persona si capisce che sa quello che vuole e che dietro quello sguardo curioso e quel sorriso fanciullesco c’è in realtà molta sostanza: appena ha saputo delle nostre pubblicazioni che raccontano i tesori della chiesa di San Marco Evangelista, è subito rimasta affascinata dal nostro territorio e ha mostrato un grande entusiasmo per venire a raccontarlo quanto prima. La sera stessa si è fermata alla Green station, la stazione ferroviaria di San Stino di Livenza che è stata trasformata in un centro di educazione ambientale e di promozione della mobilità innovativa: un appartamento nel palazzo della stazione dove camminatori, pellegrini e appassionati del turismo ecosostenibile possono sostare per la notte e trovare un letto caldo e tutti i servizi necessari per un buon riposo. Un luogo virtuoso a sostegno del territorio, che la stessa Jesusleny ha confessato essere speciale: ha dichiarato di non avere mai incontrato finora un posto così in tutti i suoi giorni di cammino, e se lo dice lei, che la nostra regione la sta attraversando a piedi un passo dopo altro, siamo ancora più sicuri dell’ottimo lavoro svolto. Infatti è proprio lì che ha passato la notte, per poi incontrarsi di nuovo la mattina seguente con il primo cittadino, che già il giorno primo le aveva dato il benvenuto in paese e con cui si era accordata per visitare alcune delle meraviglie del comune.
Con lei il suo immancabile smartphone, lo strumento con cui condivide sulla sua pagina Facebook e sul suo sito web (www.su2piedi.it) tutto ciò che vede. Le persone che la seguono aumentano di giorno in giorno: ad oggi, dopo circa due mesi e mezzo di cammino, sono più di dodicimila gli utenti del celebre social che costantemente vengono aggiornati dai suoi video in diretta, dove racconta e si fa raccontare le storie dei territori e delle persone che incontra lungo il suo percorso. Andando a spulciare i suoi video nella pagina Facebook, ci si può imbattere ad esempio in una straordinaria e genuina intervista a Bepi De Marzi, da poco nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica. La sua allegra chiacchierata con il famoso scrittore e compositore tocca un tasto sensibile per la nostra società di oggi: le tradizione venete, un patrimonio culturale importante che ormai rischia di essere dimenticato. Paradossalmente conosciamo meglio i paesi esteri che le ricchezze che abbiamo intorno a noi: questa imprenditrice dal cuore veneto vuole ricordare l’assoluta bellezza che contraddistingue ogni angolo della regione, portandoci alla riscoperta delle peculiarità e delle eccellenze di ogni comune che attraversa! A San Stino di Livenza, nonostante il tempo, ha insistito per visitare i boschi di Bandiziol e Prassaccon, motivo di orgoglio per l’intero paese perché costituiscono il più grande intervento di ricostruzione di aree boschive di pianura del Veneto. Dalle bellezze naturalistiche si è spostata poi ad ammirare la chiesa di San Marco Evangelista a Corbolone, uno scrigno ricco di preziose opere artistiche che non vedeva l’ora di visitare dopo aver ricevuto in dono il libro di Luigi Perissinotto che ne racconta i 500 anni di storia. E’ rimasta affascinata dal famoso dipinto noto come la “Pala di Bonifacio De Pitati” collocato sull'altare maggiore, raffigurante San Marco in cattedra tra i santi Sebastiano e Rocco: un’opera straordinaria celebrata anche dal grande critico d’arte Vittorio Sgarbi, che qualche anno fa ha curato una mostra a Castelfranco Veneto portando la Pala insieme alle opere del Giorgione.
Ci vuole una brasiliana per ricordare a noi veneti quanto sia importante dare valore e risalto al patrimonio unico che abbiamo intorno a noi? Noi ci auguriamo che il suo passaggio sia fonte di ispirazione per le persone, per fare in modo di avvicinarsi di più alla conoscenza delle bellezze che ci circondano.